lunedì 4 luglio 2011

Tra fiordi, citta' e pioggia!







Siamo a Stavanger, dopo qualche peripezia dovuta alla pioggia, che ci ha costretti a qualche cambio di programma. Comunque provvederemo a raccontare in un prossimo post. Ora metto qualche foto..

mercoledì 29 giugno 2011

Norvegia in bicicletta

Siamo sbarcati ad Oslo, la classica citta' perfetta dl nord Europa, dove tutto funziona a meraviglia (cambio soldi automatico, assistenza ad ogni angolo), ma fredda, vuota.. Tra poco abbiamo il treno per Egersund, da dove comincera' l'avventura in bicicletta..carichi come gli asini..

sabato 16 aprile 2011

Riflessioni sul viaggio

Chi viaggia, o meglio chi fa del viaggio una filosofia di vita, viene spesso visto come scansafatiche, fortunato (chissà per cosa), pazzo, illuso, etc. Certo c’è anche chi si complimenta, ma in linea di massima il viaggiatore non gode di buona fama.

Prima, durante e dopo ogni viaggio io continuo a pensare al viaggio, per me non finisce nell’atto del suo consumo. Quello che spesso mi piace è domandarmi: ‘se non fossi mai partito, che farei ora?’

Questo è il punto, al di fuori del viaggio, dell’esperienza, quale vita ci aspetta? Oltre agli affetti, che possiamo non contare visto che sono anch’essi presenti nel viaggio, cosa ci da la vita di tutti i giorni?

Io se avessi continuato con il mio lavoro, nella migliore delle ipotesi avrei raggiunto una buona posizione (il tanto agognato posto fisso), guadagnerei uno stipendio più che dignitoso, avrei ripreso a giocare a calcio a 5 a livello agonistico, possederei una bella macchina e mi potrei permettere vacanze di un certo livello, seppure con severi limiti di tempo. Potrebbe essere una bella vita, certo, ma io non mi vedo cresciuto.

Cosa ho ottenuto, invece, viaggiando?

Ho meno soldi, non ho la macchina, a calcetto sono più lento e scarso di prima, in vacanza dormo in ostello con bagno quasi sempre condiviso e non ho un lavoro fisso. Però..

Posso sognare, posso realizzare i miei sogni e posso ogni decidere cosa fare della mia vita, ho imparato due nuove lingue, ho conosciuto tantissime persone da ogni parte del mondo, ho visto cose meravigliose e ho potuto contemplarle, concedendogli tutto il tempo necessario, ho imparato a fare una buonissima pizza, ho dormito sotto le stelle nel deserto, ho imparato ad apprezzare una doccia calda, ho imparato ad apprezzare un letto, o meglio semplicemente un materasso, ho imparato ad apprezzare l’acqua potabile, ho davvero visto la dignità negli occhi della gente, ho capito il valore che hanno anche i 20 centesimi di euro, ho visto il mondo, e me lo hanno raccontato, sotto tanti punti di vista, ho capito perché chi vive con poco spesso vive meglio, ho capito che, mentre molti pregiudizi andrebbero abbattuti, altri andrebbero giustificati, ho capito che basta vedere un tramonto, una balena che gioca con i cuccioli o tuffarsi nelle acque gelide di una cascata solitaria perché ogni pensiero negativo, il pessimo umore e qualsiasi incazzatura in quei momenti svaniscano, ho capito che più viaggio e più apprezzo il posto in cui vivo, mi sono reso conto di quanto sia bello sapere che la preoccupazione del giorno dopo consiste nel decidere, ad esempio, quale spiaggia visitare, ho capito il senso della mia vita. E sono contento.

martedì 12 aprile 2011

Islas Malvinas, queste sconosciute..

Chi conosce cosa sono, e dove si trovano, le Islas Malvinas? Raro che ne abbiate anche mai sentito parlare, perché noi le conosciamo come Isole Falkland, si le famose isole a largo dell’Argentina lungamente contese tra Argentina e Inghilterra. I fatti della guerra, risalente al 1982, sono più o meno noti, ma anche se non lo fossero si possono intuire, visto che si parla di isole nel bel mezzo dell’Atlantico ed è coinvolta una nazione arrogante come l’Inghilterra. Insomma alla fine di giugno del 1982 le Malvinas passano sotto la corona di sua maestà e prendono il nome di Falkland, per tutto il mondo, tranne che per gli Argentini.

La situazione è un po’ simile alla nostra vicenda irredentistica, per mezzo della quale tentammo senza fortuna di recuperare territori italiani usurpatici, ovvero l’Istria e parte della Dalmazia..per non parlare della Corsica.

Qui non sanno cosa siano le Falkland, sui libri di scuola è vietato scrivere il nome inglese e sulle cartine geografiche l’appartenenza è assegnata all’Argentina. Insomma, come dicono qui, LAS MALVINAS SON ARGENTINAS, nonostante ufficialmente li si canti come inno ‘God Save the Queen’. Non ne vogliono proprio sapere, loro non riconoscono la sovranità inglese e la propaganda in questo senso è molto forte. Complimenti agli argentini quindi, che continuano a rivendicare parte della propria terra usurpata.

martedì 5 aprile 2011

Patagonia e Terra del Fuoco: verso la fine del mondo

El Calafate è la capitale dei ghiacciai: lo spettacolo che si vede è difficile da descrivere e le foto danno meglio l'idea.





I momenti da ricordare sono stati i favolosi ghiacciai, tra cui il famosissimo Perito Moreno, e una parrilla di agnello talmente distruttiva che perfino Alessandro si è arreso.



In ostello prenotiamo una camerata da sei: con noi ci sono tre italiani e un argentino che prenota per due notti ma non dorme mai in camera. Lo vediamo solo una volta alle sei di mattina e la sua prima domanda ad Alessandro è stata: 'conosci una brava attrice porno italiana'?
Da El Calafate alle 3.30 di notte iniziamo il nostro lungo e avventuroso viaggio verso Ushuaia: l'ultima città a sud del mondo (in realtà non è l'ultimo insedimaneto perchè ci sono quelli cileni ma viene considerata tale per denistà di popolazione). Il viaggio dovrebbe durare 19 ore ma ce ne mettiamo quasi due di meno perchè i nostri autisti viaggiavano costantemente oltre i limiti. questi due personaggi meritano una citazione: avete presente Starsky e Hutch? Loro sono la versione grassa! In pullman fumano, bevono mate e insultano gli altri autisti con epiteti a noi familiari del tipo 'cornuto' o 'saluti a mammeta'. Per arrivare alla Tierra del Fuego bisogna entrare e uscire dal Cile perché, diciamocelo, gli argentini se la sono rubata. La navigazione della Baia Azul dura 15 minuti ed è davvero molot bella. La rottura di scatole è scendere quattrro volte per la dogana, visto che si entra ed esce da Argentina e Cile.



Ad Ushuaia ci ricontriamo con Elena: la fine del mondo è affascinante e la cittadina è accogliente.
Nella camera dell'ostello capitiamo con un abitante del Liechtstein, quindi esistono!








Fortunatamente troviamo un filotto rarissimo di belle giornate e questo ci permette di godere della navigazione in barca a vela del canale di Beagle e del Parco Nazionale Tierra Del Fuego.












Dal punto di vista anturalistico entrambi i luoghi sono stati bellissimi: il Parco Nazionale però non può essere definito unico nel suo genere mentre navigando in barca a vela e facendosi letteralmente la doccia con le gelide acque del Mare Argentino si ha davvero la sensazione di essere alla fine del mondo. Vediamo cormorani, leoni marini appollaiati sulla roccia e una riserva su un'isola alla quale ha accesso solo la nostra imbarcazione (Tres Marias).

Navigazione nel canale di Beagle



Il faro del Fin del Mundo







L'isola H







l vento è gelido. Qui, insieme ad una coppia di italiani conosciuta in barca, ci siamo concessi la parilla più buona di tutto il viaggio: il cordero fueghino (agnello) è identico a quello patagonico ma non lo dite agli argentini! In Argentina ho scoperto che mi piace la carne ma qui è tutto un altro concetto: agnello e vacca vengono cotti alla brace con la pelle che forma una crosta semplicemente divina. Avete presente la scene del film Ratatouille in cui il cattivissimo critico mangia il Ratatouille e improvvisamente torna commosso con il pensiero all'infanzia felice? Ecco Alessandro si è visto davanti l'ovetto sbattuto della signora Elvira di Calascio. Quella crosta era davvero commovente..
Arrivare fino a qui è stato davvero emozionante, abbiamo atrraversato tutte le fasce climatiche e visto posti e conosicuto culture così diversi tra di loro da non credere di trovarsi nella stessa nazione.
Penso ad Humahuaca, ed in generale alle regioni andine di Salta e Jujuy, con tutti i suoi colori, i suoi abitanti ancora indigeni così legati alla terra e alla Pachamama, e poi mi ritrovo a vedere leoni marini e ghiacciai dalle dimensioni gigantesche, persone dall'aspetto più europeo del mio e prezzi più che raddoppiati.
Questo è il bello dell'Argentina, un paese che si scopre man mano che che il viaggio scorre. E le sorprese non finiscono mai.
L'ultimo giorno ci riserva pioggia, ma non fa nulla, la neve tra l'altro sembra imminente, e poi noi siamo davvero troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, le ultime tre settimane sono state davvero molto intense, scandite da ore ed ore di camminate in montagna che per noi, abituati alle spiagge pianeggianti, hanno rappresentato un'esperienza unica.
Mi tornano in mente le passeggiate a El Bolson, mangiando more , mele e prugne che crescono abbondanti ovunque, al lungo e bellissimo percorso verso il Fitz Roy, al gelido spettacolo dei ghiacciai e all'imponente massa del Perito Moreno. E, andando un pò più indietro, la case in adobe e le valli colorate e decorate da catus nel nord ovest, le impanate di queso di Salta e una delle più belle meraviglie del mondo: le cascate di Iguazù. E a tutto questo c'è da aggiungere la bellezza selvaggia e genuina della Bolivia. Davvero tanto.
Da Ushuaia si torna quindi a Buenos Aires, stavolta in aereo: era ora!