domenica 23 gennaio 2011

Puerto Iguazu: l'ultimo avamposto tropicale

Eccoci di nuovo … 1300 km a nord da Buenos Aires. Dall’ultima volta che abbiamo scritto abbiamo avuto giusto il tempo di visitare il Tigre, ossia il delta del fiume appena fuori città e meta dei portenos per il week end. La zona è molto carina: ci sono case affacciate sui canali e si può visitare l’area in catamarano o in barca. Il caldo e la stanchezza non ci hanno permesso di essere molto attivi ma comunque vale una visita. Per le altre cose avremo tempo ad Aprile quando ripasseremo per BA, ora è già tempo di partire: con un bus in partenza alle 15 ci siamo diretti a Puerto Iguazu.. 23 ore di viaggio in Semi cama (l’opzione più economica) in realtà sarebbe anche abbastanza comoda perché si ribalta tutta peccato che io sono bassa e i piedi mi restano a penzoloni e peraltro la mia poltrona è difettosa e ogni 15 minuti si rialza sola.. Unica nota positiva il cibo che qui in Argentina è sempre buono, ovunque.. Mi sa che di dimagrire fino a che non arriviamo in Bolivia non se ne parla! Stremati dal viaggio ieri mattina siamo arrivati a Puerto Iguazu: qui l’attrattiva principale sono le imponenti cascate di Iguazu che segnano il confine tra Brasile e Argentina. In realtà infatti i parchi nazionali sono due distinti, uno in uno Stato e uno nell’altro: bella fregatura doppio biglietto d’entrata che peraltro per gli stranieri è di 100 pesos! Mangiamo un hamburger veloce e ci rechiamo con un taxi al lato brasiliano: costa un po’ di più ma in fondo diviso tre si può fare.. e poi sono già le 14 e siamo con i tempi stretti perché la visita del parco richiede un paio d’ore. Il nostro tassista è un ragazzetto simpatico: ci aiuta a svolgere le pratiche alla dogana e ci porta fino al parco dove ci aspetterà per due ore. Come entriamo ci coglie la pioggia: dopo aver aspettato una ventina di minuti tra soggetti che andavano tranquillamente in giro sotto la pioggia scalzi decidiamo di scendere ugualmente per il percorso. Il primo punto panoramico è bellissimo, al di sopra delle aspettative. Il sentiero porta fino alla passerella sulla garganta del diablo, il getto più forte. Non bagnarsi è impossibile ma la vista ricompensa il sacrificio. Tutti ci hanno detto che il lato argentino è più bello e io mi aspettavo poco da quello brasiliano mentre in realtà l’impatto è notevole.. Scoprirò dopo 24 ore che si può forse visitare solo quello argentino che è nettamente più bello. Non c’è paragone. La sera ci mangiamo un hot dog in un chioschetto dove la tipa si pettina tranquillamente dietro il bancone (menomale che siamo vaccinati). Dopo una visita ad una pseudo festa brasiliana in cui in realtà ci sono solo un paio di ballerine che sculettano in faccia a ragazzi bamboccioni ce ne andiamo a letto.. sveglia alle 6.15 per la visita al Parco di Iguazu.. quello vero!



La visita al lato argentino richiede un giorno intero: noi fortunatamente arriviamo presto con il mini van dell’ostello per evitare la folla all’entrata. Non ci sono parole per esprimere la bellezza di questo parco: è un paradiso terrestre.



















Avete presente la valle incantata? Per chi visita il parco ci sono diverse possibilità: il paseo superiore è quello panoramico, quello inferiore quello che scende fino alla base delle cascate (solitamente con un barca si arriva anche all’isoletta di fronte ma oggi per via della troppa acqua l’accesso all’isla Martin era proibito) mentre con un trenino si arriva alla passerella della Garganta del Diablo.




Arrivate a quest’ultimo punto e capirete perché si chiama così: la potenza dell’acqua è impetuosa. Uno spettacolo della natura: le foto che ha fatto Ale saranno molto più esplicative della descrizione che io possa dare a parole. Non abbiamo fatto l’escursione in gommone perché dura solo 12 minuti e costa più dell’entrata al parco: infatti i gommoni erano carichi di asiatici intontiti! Una nota merita anche la fauna del parco: premetto che non abbiamo visto il tucano e soprattutto il ghepardo (con grande delusione di Ale, ma credo che sia praticamente impossibile avere questa fortuna). In compenso ci sono lungo il sentiero tantissimi animali: teneri coites (una specie di orsetto lavatore credo) in cerca di cibo, tartarughe, farfalle coloratissime e iguana.









Il tempo ci ha assistito perché non ha piovuto e non ha fatto neppure troppo caldo ma abbiamo comunque camminato per otto ore sotto il sole e ora siamo stravolti. Tra poco ci prepariamo la cena in ostello (pasta con panna e prosciutto) e andiamo al bar qui sotto dove fanno uno spettacolo di tango ma credo si andrà a nanna presto. Per fortuna che domani ci fanno far eil check out tardi perché poi ci aspettano due notti in pullman.. ovviamente rigorosamente in semi cama! Da Puerto Iguazu andremo a Corrientes e poi, dopo una giornata per visitare la città, partiremo con un altro bus notturno per Salta. Intanto l'ostello è diventato una bettola..a giocatori di poker e personaggi tipici che seguono il supercalsico Boca - River, si sono aggiunti il maestro di samba e le ballerine..