martedì 5 aprile 2011

Patagonia e Terra del Fuoco: verso la fine del mondo

El Calafate è la capitale dei ghiacciai: lo spettacolo che si vede è difficile da descrivere e le foto danno meglio l'idea.





I momenti da ricordare sono stati i favolosi ghiacciai, tra cui il famosissimo Perito Moreno, e una parrilla di agnello talmente distruttiva che perfino Alessandro si è arreso.



In ostello prenotiamo una camerata da sei: con noi ci sono tre italiani e un argentino che prenota per due notti ma non dorme mai in camera. Lo vediamo solo una volta alle sei di mattina e la sua prima domanda ad Alessandro è stata: 'conosci una brava attrice porno italiana'?
Da El Calafate alle 3.30 di notte iniziamo il nostro lungo e avventuroso viaggio verso Ushuaia: l'ultima città a sud del mondo (in realtà non è l'ultimo insedimaneto perchè ci sono quelli cileni ma viene considerata tale per denistà di popolazione). Il viaggio dovrebbe durare 19 ore ma ce ne mettiamo quasi due di meno perchè i nostri autisti viaggiavano costantemente oltre i limiti. questi due personaggi meritano una citazione: avete presente Starsky e Hutch? Loro sono la versione grassa! In pullman fumano, bevono mate e insultano gli altri autisti con epiteti a noi familiari del tipo 'cornuto' o 'saluti a mammeta'. Per arrivare alla Tierra del Fuego bisogna entrare e uscire dal Cile perché, diciamocelo, gli argentini se la sono rubata. La navigazione della Baia Azul dura 15 minuti ed è davvero molot bella. La rottura di scatole è scendere quattrro volte per la dogana, visto che si entra ed esce da Argentina e Cile.



Ad Ushuaia ci ricontriamo con Elena: la fine del mondo è affascinante e la cittadina è accogliente.
Nella camera dell'ostello capitiamo con un abitante del Liechtstein, quindi esistono!








Fortunatamente troviamo un filotto rarissimo di belle giornate e questo ci permette di godere della navigazione in barca a vela del canale di Beagle e del Parco Nazionale Tierra Del Fuego.












Dal punto di vista anturalistico entrambi i luoghi sono stati bellissimi: il Parco Nazionale però non può essere definito unico nel suo genere mentre navigando in barca a vela e facendosi letteralmente la doccia con le gelide acque del Mare Argentino si ha davvero la sensazione di essere alla fine del mondo. Vediamo cormorani, leoni marini appollaiati sulla roccia e una riserva su un'isola alla quale ha accesso solo la nostra imbarcazione (Tres Marias).

Navigazione nel canale di Beagle



Il faro del Fin del Mundo







L'isola H







l vento è gelido. Qui, insieme ad una coppia di italiani conosciuta in barca, ci siamo concessi la parilla più buona di tutto il viaggio: il cordero fueghino (agnello) è identico a quello patagonico ma non lo dite agli argentini! In Argentina ho scoperto che mi piace la carne ma qui è tutto un altro concetto: agnello e vacca vengono cotti alla brace con la pelle che forma una crosta semplicemente divina. Avete presente la scene del film Ratatouille in cui il cattivissimo critico mangia il Ratatouille e improvvisamente torna commosso con il pensiero all'infanzia felice? Ecco Alessandro si è visto davanti l'ovetto sbattuto della signora Elvira di Calascio. Quella crosta era davvero commovente..
Arrivare fino a qui è stato davvero emozionante, abbiamo atrraversato tutte le fasce climatiche e visto posti e conosicuto culture così diversi tra di loro da non credere di trovarsi nella stessa nazione.
Penso ad Humahuaca, ed in generale alle regioni andine di Salta e Jujuy, con tutti i suoi colori, i suoi abitanti ancora indigeni così legati alla terra e alla Pachamama, e poi mi ritrovo a vedere leoni marini e ghiacciai dalle dimensioni gigantesche, persone dall'aspetto più europeo del mio e prezzi più che raddoppiati.
Questo è il bello dell'Argentina, un paese che si scopre man mano che che il viaggio scorre. E le sorprese non finiscono mai.
L'ultimo giorno ci riserva pioggia, ma non fa nulla, la neve tra l'altro sembra imminente, e poi noi siamo davvero troppo stanchi per fare qualsiasi cosa, le ultime tre settimane sono state davvero molto intense, scandite da ore ed ore di camminate in montagna che per noi, abituati alle spiagge pianeggianti, hanno rappresentato un'esperienza unica.
Mi tornano in mente le passeggiate a El Bolson, mangiando more , mele e prugne che crescono abbondanti ovunque, al lungo e bellissimo percorso verso il Fitz Roy, al gelido spettacolo dei ghiacciai e all'imponente massa del Perito Moreno. E, andando un pò più indietro, la case in adobe e le valli colorate e decorate da catus nel nord ovest, le impanate di queso di Salta e una delle più belle meraviglie del mondo: le cascate di Iguazù. E a tutto questo c'è da aggiungere la bellezza selvaggia e genuina della Bolivia. Davvero tanto.
Da Ushuaia si torna quindi a Buenos Aires, stavolta in aereo: era ora!