sabato 14 gennaio 2012

Scambieresti i tuo due voli spezzati con la Kuwait Airways con un volo diretto Thai il giorno dopo?


Con questa proposta indecente è cominciata la nostra avventura per la Terra eternamente rimandata, la Thailandia. Già una volta avevamo provato ad entrarci e uno sciopero all’aeroporto ci aveva bloccato, questa volta ci chiedono di attendere 24 ore ma in cambio di un volo diretto e di un servizio migliore e noi, complice anche la stanchezza e la voglia di ri-salutare i nipoti, accettiamo di buon grado. Giù da Fiumicino riscopriamo uno dei piaceri del viaggiare, ovvero quello di conoscere persone di tutti i tipi, alcune delle quali citerai, spesso con toni ironici, nei tuoi discorsi per anni. La fila al check in nei due differenti voli è stata emblematica: il primo giorno eravamo in tutto 10 italiani, poi molti filippini, qualche thailandese e tanti arabi. In fila al desk della Thai l’1 gennaio siamo quasi tutti italiani, molti italiani nel vero senso della parola (ancora devono imbarcare i bagagli e già si preoccupano di come mangeranno o, se sono uomini single, chiedono informazioni ai veterani sui luoghi da frequentare per incontrare ragazze thailandesi). Dieci ora di volo filano lisce come seta (non a caso è il motto della Thai Airlines): unico problema è che praticamente saltiamo la notte. Arriviamo alla guesthouse cotti e sono appena le sette di mattina, menomale che avevo avvertito che saremmo arrivati un giorno in ritardo precisando che ero disponibile anche a pagare la notte precedente. Si menomale se non fossi stata in Thailandia (ricordate che il motto del viaggio in Malesia era “tanta pazienza”? Ecco qui ne serve ancora di più!). L’uomo alla reception, il vecchietto rude di cui tutti si lamentavano nelle recensioni, ci dice di aspettare che la camera sia pronta perché il check out è a mezzogiorno. Usciamo stanchissimi a fare un giro nei dintorni e incontriamo tale Frank, ex reduce dell’esercito americano nonché ex(?) alcolizzato. Io fingo di non parlare inglese anche se a dire il vero dice anche cose interessanti sul luogo che a quanto pare conosce molto bene.
Visitiamo Kao San Road,la strada per i backpackers per antonomasia, dove si vende di tutto (fanno anche tutti i documenti falsi del mondo, dalla patente al TOEFL, fino alla tessera dell'autobus di fronte alla stazione di polizia, su un banchetto ambulante), tranne il coltellino svizzero che ci serve, e si trovano i personaggi più strani e squallidi del pianeta. Alle 7 di mattina c'erano due svedesi, una coppia, che facevano colazione col panino al Mc Donald e lei, una latrina ambulante, si era appena tatuata i polsi (dove?) e li teneva verso l'alto, tutti arrossati. Poi zombie reduci dalla serata precedente che vagano così, scalzi e senza meta..Devo dire che è molto più squallida la mattina presto che il pomeriggio o la sera, quando gli zombie e i reietti lasciano il posto ad un animato passeggio e a varie bancarelle.
Ovviamente ti tirano da tutte le parti anche per venderti dei completi eleganti stile matrimonio fatti su misura, dove non si sa..
Questa è Kao San Road, alla fine ci stiamo vicini e ci siamo passati un paio di volte, visto che comunque è di passaggio dalla nostra guesthouse.
Torniamo alla guesthouse (dove c’è un parente del titolare che scatarra in continuazione) e scopriamo che in pratica ci ha detto bene che un tipo ha fatto il check out altrimenti avremmo atteso invano perché la camera era stata occupata. Scopriremo che qui è una consuetudine: chi prima arriva meglio alloggia anche se tu hai una conferma della prenotazione via email. Che vuoi farci è l’Asia, ci vuole pazienza! Oggi con il traghetto pubblico abbiamo visitato il tempio Was Arut, in riva al fiume e chinatown poi con il tuk tuk, il trasporto tipico di Bangkok, il Buddha nero. Loro sono fierissimi di queste statue che per noi dopo un po’ diventano tutte in serie e ripetitive. Ovviamente abbiamo già fatto il nostro incontro con la cucina thailandese, non solo quella dei ristoranti e delle bancarelle (delle quali siamo sempre clienti affezionati): con la sorella del titolare scorbutico della guesthouse abbiamo fatto una lezione di cucina. Ale ha preparato il pollo in salsa al curry verde piccante, io mi sono buttata su un antipasto più semplice, involtini di primavera freschi con salsa. Il risultato è stata un’ottima cena. Domani cercheremo di organizzare la prossima tappa: direzione Chang Mai, ovvero le montagne del nord. A Bangkok ci fermeremo di nuovo prima di ripartire, non solo per vedere i monumenti che ci mancano e fare shopping ma anche per fare altre lezioni di cucina!

Non si tratta di una piantagione, ma del fiume coperto di piante portate fin qui dall'inondazione di novembre
Uno scorcio di Kao San Road alle 7 di mattina
Kao San Road nel primo pomeriggio

L'ingresso al Wat Arun
Wat Arun





I tuk tuk, mezzi di trasporto ottimi per intossicarsi di smog: economici se non si beccano i truffatori: di norma, se il prezzo è di 40/50 bath ( un euro o poco più) per quasi tutte le destinazioni (anche multiple, aspettano) va bene, ma sei prezzi sono troppo bassi (tipo 20 bath, 50 centesimi) allora vi porteranno nei negozi dei loro compari (quasi) costringedovi a comprare


La montagna d'oro (in miniatura, come i Buddha ce ne sono di riproduzioni in diverse scale in tutta Basngkok) è la sede degli dei e collegamento tra cielo e terra, o mi sbaglio?






Un varano, probabile animale domestico delle baracca di fianco

Quello sotto è un tipo losco e quel vaso sotto quella piccola tettoia è un ricettacolo di malattie: lui aspetta il compare che arriva carico di turisti nel tuk tuk e li fa entrare nel negozio, cercando di rendersi credibile con un roles d'oro finto al polso, mentre il quel vaso c'è dell'acqua (caldissima vista la temperatura) e appoggiato un mestolo, dal quale si abbeverano vari avventori..tutto visto dall'autobus grazie al traffico di Bangkok

Vista al tramonto sul Chao Praya, il fiume di Bangkok
Lezione di aerobica notturna