Beduino che cuoce il pane direttamente sulla brace
Prima di ripartire, la giornata inizia con una dimostrazione
di coraggio da parte di Ale, che sale sul cammello più alto da sola! Poi però
ha quasi una crisi di pianto quando il cammello dietro di lei inizia
strusciarsi con la faccia sulle sue gambe, spingendola).
La passeggiata dura
circa mezzora e mette a dura prova i muscoli delle gambe e delle mani (perché
andare a cammello non è affatto facile, visto che quando le dune vanno in
discesa, loro tendono a piegarsi in avanti), oltre alla buona sorte. I cammelli
infatti defecano in continuazione mentre cammino e sbattono la coda, con il
risultato che a volte le palline vengono scaraventate in aria, fresche fresche.
Comunque, tutto bene!Arriva il momento di ripartire e ci
caghiamo sotto perché la guida se ne va senza avvertirci, visto che “la strada
del ritorno è facile”..sempre deserto è. Aspettiamo che riparta qualcun altro del
gruppo e ci accodiamo, meglio perdersi in due..In realtà il tracciato è segnato
e non ci si può sbagliare, torniamo sull’asfalto, rigonfiamo le gomme e via,
verso la destinazione successiva, il Wadi Bani Khalid, una bella oasi con un
piccolo canyon, tutto ben attrezzato per locali e turisti di ogni età. Farsi il
bagno nell’acqua fresca è un piacere viste le temperature alte e il sole a
picco!
Dopo esserci rifocillati con un buffet (alla fine sempre
pollo e riso), ripartiamo in direzione Sur, cittadina costiera dal fascino
tipicamente arabo. La zona vecchia è molto caratteristica, con le sue casette
bianche, mentre il lungomare si apre su una bellissima baia. Come sempre, le
montagne a fare da sfondo.
Il lungomare è ben curato e la spiaggia larga è praticamente
divisa in campi da calcio che si riempiono verso le 5, quando la temperatura,
nonostante sia inverno, scende (in estate è praticamente impossibile). Di donne
nemmeno l’ombra, a meno che non siano delle indiane.
Mentre ci troviamo a contemplare il paesaggio, si ferma a
chiacchierare con noi un ragazzo del posto, che ha appena finito di fare
footing in spiaggia; prima che se ne vada sopraggiunge un suo amico, Mubarak,
che attacca bottone con noi e, visto che ha del tempo libero, ci porta con la
sua barca a fare un giro nella laguna. La vista dal mare è spettacolare,
passiamo anche un cantiere per la produzione di dhow, tipiche imbarcazioni in legno,
e ci fermiamo vicino ad un’isoletta dove spesso emergono le tartarughe marine.
Mubarak è diventato un nostro amico; per sdebitarci lo
invitiamo a prendersi con noi una cosa da bere (ovviamente tè o caffè, no alcol
qui); ci consiglia il Chay Carrak, buonissimo, noi lo avevamo provato in
Malesia con il nome di Tè Tarik; si tratta di tè con latte condensato, passato
rapidamente da un bicchiere all’altro fino a creare una schiumetta stile
cappuccino. Ottimo! Ad accompagnarlo delle bombette dolci fritte. Scambiamo i
numeri di telefono con Mubarak, lo salutiamo e andiamo a cena. In Oman sono
incredibili, la loro ospitalità è fuori dal comune.
Mattina seguente, il giorno di una delle tappe più attese,
il Wadi Shab, il canyon più bello dell’Oman (e probabilmente uno tra i più
belli al mondo), con alte pareti di granito, acqua cristallina ed una sorpresa
finale. Siamo così impazienti che decidiamo di alzarci alle 6 30 per essere lì
entro le 7 30 e goderci il wadi tutto per noi!Ci alziamo dal letto alle 10 e
partiamo alle 11. Percorso sotto il sole, come consigliato!Il lato positivo è
che a quell’ora non c’è davvero nessuno!Almeno siamo riusciti nell’intento.
La nostra traversata
presenta anche un lato comico: da bravi italiani diffidenti ci portiamo dietro
tutto (non abbiamo più la stanza in albergo) e quindi i guadi delle piscinette
dobbiamo farli a dorso, nuotando solo con le gambe, perché le mani sono
impegnate a tenere zainetti, scarpe e roba da mangiare! Ce la facciamo, distrutti,
ma ce la facciamo. In realtà qui in Oman i furti sono una rarità.
Prosegue qui
E finisce qui..
Una volta superata tutta una zona rocciosa e scivolosa (circa un'ora di spettacolare cammino), si
passano tre piscinette naturali e si giunge ad una strettoia dove non passa
neanche la testa: si va giù per una ventina di secondi e si riemerge in una
fantastica grotta alimentata da una cascata. Spettacolare!
Appena andiamo via inizia ad arrivare altra gente, meno
male, abbiamo fatto appena in tempo. Riprendiamo il cammino del ritorno, lungo
ed estenuante, ma riusciamo a meravigliarci ancora di questo Wadi Shab,
soprattutto grazie alla luce del tardo pomeriggio. Sembra di stare sul set di
un film di Indiana Jones o di dinosauri.
Cotti dal sole, stremati dalla fatica e affamati, decidiamo
di fermarci a campeggiare a 100 Km da Muscat, la destinazione finale, sulla
bellissima e nota spiaggia della cittadina di Fins, Mokallah beach, o Fins
Beach o ancora White Beach.
A farci compagnia ci sono due gruppi di turisti con guida,
un’allegra combriccola di uomini del posto e una famiglia omanita. Tutti con
tende, noi in macchina con sedili ribaltati, sacco a pelo e poggia testa a fare
da cuscino. Per cena, pane arabo e formaggino.
Dormiamo meglio del previsto e ci svegliamo quando il sole è
addirittura alto, la stanchezza era davvero ai massimi livelli.
Ci riorganizziamo e partiamo per la capitale, Muscat.