domenica 23 agosto 2009

DAL FIUME MARRONE AL MARE AZZURRO

Il martedì comincia con una giornata umida a calda (condizioni adatte al viaggio) la cui prospettiva è passarla interamente in viaggio, tra un pullman e l’altro per raggiungere le blasonate Perhentian Islands, due isole al largo della costa nord orientale della Malesia peninsulare. Il pullman parte con buone intenzioni da Taman Negara alle 8, puntuale, per poi lasciare il posto, alla stazione di cambio di Jerantut, ad un van in cui veniamo compressi con altre cinque persone più bagagli e autista. Solo dopo 3 ore di sauna giungiamo a kuala Besut, porto d’imbarco per le isole da sogno. Molti prendono subito il traghetto, noi decidiamo di fare con calma e prenotare una camera nell’Hotel sul molo e partire con calma il mattino successivo.
Prendiamo una camera al Samudera Hotel al modico prezzo di 80 RM, 16 euro. Il posto viene definito come l’unico decente di Kuala Besut, che poi ne conta solo altri due..ma a parte la camera superficialmente pulita, le scale erano sporche e macchiate e il corridoio era decorato con un tappeto rosso repellente. Ma, the best is yet to come..la mattina, alle prime luci dell’alba, ci svegliamo grazie alla luce che entra dai finestroni e lo spettacolo sul mare e è suggestivo. La mia decisione di scattare una foto è seguita dalla logica azione di aprire la finestra. Neanche che il tempo di girarmi che un rettangolone di vetro circondato da ferro grezzo si appoggia sulla mia schiena e finisce sulla gamba di Ale. Tanto spavento ma solo un piccolo livido per lei..cioè si è staccata una finestra. Facciamo rapidamente armi e bagagli e scappiamo subito al jetty per prendere la nave.
Piccola parentesi, Kuala Besut non è male come cittadina, anzi non è squallida come Jerantut e ha un lungomare curato e tranquillo che offre bei tramonti.


Sbrighiamo le formalità con l’agenzia che si occupa della vendita di biglietti e veniamo congedati con una frase che qui è ormai ricorrente:”you wait”. E così, partenza prevista per le 9 slitta alle 11. Una cosa che proprio non sopporto di quello che succede qui è che ci sono sempre ritardi ( e va bene anche da noi) ma gli addetti ai lavori fanno un gran confusione, parlano solo in malese e non danno la benché minima informazione di ciò che sta succedendo. In fondo, YOU WAIT. Fatto sta che si parte, ma non finisce qui. La barca può portare al max 10 persone e noi siamo 14 e stranamente all’uscita dal molo c’è la guarda costiera che ferma il “capitano”e lo minaccia di tornare a svuotare un po’ la barca. Lui non sapendo una parola di inglese fa spostare su un’altra barchetta dei malesiani, nonostante fossero saliti per primi. Dopo 35 minuti siamo sull’isola di Besar, la più grande delle Perhentian. L’altra, Kesil, è visitabile con 10 minuti di water taxi che operano di continuo sia tra le due isole che tra spiagge lontane della stessa. Approdiamo per primi ai nostri chalettini in legno in riva al mare, molto spartani (soprattutto il bagno, che novità), ma suggestivi. In camera non ci sono animali, buon segno, ma la polvere non manca. Niente aria condizionata, ma un ventilatore. Ma chissenefrega, a due metri c’è sabbia bianchissima e mare turchese, tutto a nemmeno 12 euro al giorno in due. Non mi aspettavo quest’isola cosi bella e subito fremo dalla voglia di immergermi. L’acqua è calda come l’aria, i colori sono strepitosi. Si passa da varie tonalità di azzurro e verde del mare, che sfumano sul bianco della sabbia per poi rinvigorirsi con il verde accesso delle palme e dei pini che crescono nei pressi della riva.













Il nostro alloggio si chiama Samudra Chalet, gestito da una famiglia di locali che per 60 Rm al giorno permettono alle persone di godere della bellezza dell’isola. C’è solo un neo, loro non aprono quasi mai nonostante siano sempre li; su un cartello di legno, scritto con la pennarello, c’è il messaggio di chiusura che però, sotto, assicura una riapertura alle 6 30 a.m. Niente di più falso. In 4 giorni apriranno il ristornate (tra l’altro davvero carino, supereconomico e buono)solo una volta a colazione e due a pranzo, mai a cena.
Nell’ispezione l’isola si fa sempre più concreta l’idea che siano quasi tutti turisti italiani, assurdo, sembra di essere in un villaggio vacanze a Jesolo. Sono tutti, o quasi, del nord Italia, ma sono davvero tanti!
Quindi abbiamo detto isola stupenda, caldo, palme da cocco, acqua da sogno, ma…come già successo per Tonga e Bali, bello fuori, sporco dentro. A parte che il tratto di spiaggia libera è pieno di bottiglie di plastica lasciate dal mare con il ritiro della marea, l’interno è una discarica a cielo aperto. Senza differenziare i vari scarti, vengono raccolti in un punto e bruciati. In compenso in quella pattumiera si aggirano tanti animali quanti in uno zoo. Scimmie, iguana, varani di due metri, e diversi uccelli.




Scatto alcune foto e vado via, non mi va di “gustarmi”quello scempio. Fatti pochi metri il paradiso di nuovo, che cosa incredibile, ma purtroppo un tratto distintivo di queste realtà. Oltre ciò non è accaduto (e non poteva essere altrimenti su una striscia di sabbia) niente. Abbiamo passato le giornate facendo snorkeling, passeggiate, siesta all’ombra sula spiaggia. Ci voleva proprio. Abbiamo anche ripreso con le immersioni e si vedeva che era tempo che non lo facevamo. Ale poi ha fatto il suo solito show, dimenticandosi di girare il respiratore verso il basso una volta in acqua, con la conseguente fuoriuscita di ossigeno che ha provocato una formazione di bolle rumorose degne di una vasca idromassaggio all’Acqua Fun di Riccione.
Altre attività degne di nota sono state: l’incontro ravvicinato con gli innocui squali di barriera (lo aspettavo da una vita) e una gita in canoa per fotografare la bellezza del paesaggio costiero di quest’isola. Le immagini sono sempre meglio delle parole.





>


La parte più interessante viene ora. Il momento della partenza. Quella dall’isola è filata liscia come l’olio, meno quella da Kuala Besut. Di solito si usa prendere un taxi fino a Kota Barhu, centro grande nei paraggi, e da li l’aereo per altre destinazioni. Il prezzo non è eccessivo ma questo lo fa chi viene in vacanza un paio di settimane e rientra comunque nel budget. Chi come noi deve stare in giro più a lungo risparmia quando può. Prendendo infatti il pullman alle 20 30, non solo si paga di meno il viaggio ma è “compresa”una notte e non c’è da pagare taxi per ben due volte per andare e tornare dall’aeroporto. I pullman sono molto comodi, con spazi davvero ampi, sedili reclinabili e in più stai sicuro che non ci sono animali!
Dopo tre ore di attesa passate ad osservare una capretta che si aggirava per i tavoli di un caffè in circa di cibo, ci siamo trascinati verso la stazione ed abbiamo scoperto di essere in compagnia di tanti altri ragazzi..





L’autobus è in ritardo, ci sono due corse, la nostra è la seconda e ovviamente non arriva perché si è rotto un finestrino. Allora la prima corsa torna indietro per riprenderci e lasciarci presso un altro centro nei paraggi, Jeteh, dove però dovremmo scendere per fare salire altri passeggeri con biglietto legittimo e aspettare il bus sostitutivo del nostro. A Jete si crea il panico. Cominciano a salire persone ma nessuno scende perché di colpo nessuno parla più inglese e gli autisti parlano con quelli del posto che fanno sotto e sopra dall’autobus e non se ne capisce il perché. Di fianco a me è seduto un ragazzo malesiano che si rivolge a me con un ottimo accento inglese:”hai la corsa D13?””si”. “ok, allora dobbiamo scendere, devono salire queste altre persone”. Mi affretto a gridarlo in inglese agli altri avventori risparmiatori ma tutti fanno orecchie da mercante restano su. Noi scendiamo insieme ad altre 7/8 persone e gli altri restano su. Gesto piuttosto maleducato e scorretto e privo di solidarietà visto che se fossimo rimasti anche noi sopra non ci sarebbe stato posto per tutti e di conseguenza i furbetti con il biglietto dell’altra corsa sarebbero stati costretti a scendere. Hanno approfittato della nostra correttezza e se la sono cavata. Restiamo quindi io e Ale unici stranieri fortunatamente con questo ragazzo malesiano del Borneo che parla perfettamente inglese e traduce per noi quello che accade. L’autobus dovrebbe arrivare a momenti ma farà 4 ore di ritardo, che alla fine non sono pesate, tra una chiacchiera e l’altra. Spendo due parole su questo ragazzo. Ha 19 anni e viene dal Borneo, credo da famiglia ricca perché ha frequentato le superiori in lingua inglese e durante le estati ha viaggiato da solo in diversi Paesi d’Europa e del Medio Oriente. Ora si trasferirà in Germania per studiare Ingegneria Meccanica. Ha come idolo Valentino Rossi e vuole comprarsi una Ducati. Io, che ora vengo considerato un viaggiatore incallito, a 19 anni avevo visto solo Malta, Dublino e alcune città della Spagna..
Chiacchierando con lui apprendo che le autostrade sono meno pratiche delle strade secondarie e scopro che il calcio va tantissimo in Malesia anche se si riconoscono loro stessi come schiappe, ma in compenso sono forti in badminton, quella specie di volano, quello insomma che giocavano Marian e Lady Cocca i Robin Hood della Disney..
Arriva l’autobus, ci sistemiamo e tra frenate senza senso, curve con pericolo ribaltamento del veicolo, che mi buttano addosso la tendina viscida di cui provo con insuccesso a sbarazzarmi, arriviamo a Kuala Lumpur con un’ora di ritardo, benché ne siamo partiti con 4...
Ora siamo a Kuala Lumpur in un Hotel in centro al 14esimo piano con vista sulle torri e tutti i comfort. E’ il compleanno di Ale e l’ho portata in un posto con bagno europeo e letto comodo. Giornata speciale merita un trattamento speciale.

5 commenti:

Unknown ha detto...

E per ora le chicche del viaggio sono la doccia sul cesso e la finestra che crolla...che altro devo aspettarmi? Bella la spiaggia...meno i varani!

Alessandro ha detto...

siamo in una città che è kiamata la città dei gatti è ha anke un intero museo dedicao ai gatti e ale odia terribilmente i gatti..

Bent! ha detto...

Ale troppi lussi..
L'albergo al 14°piano vista torri è giustificabile solo perchè è stato il compleanno di Ale..Ok???:-P

Intanto, Auguroni Ale e goditi il bagno pulito con le finestre "fisse"!

Alessandro ha detto...

si calcola ke siamo già tornati al cesso con doccia incorporata, tipo quello della foto..oggi ho mangiato spiedini di fegato, sembravano maiale, costavano 50c di Rm, ovvero 10c di euro l'uno..poi ho capito perchè..

Alessandra ha detto...

grazie ale!si devo dire che un pò di lusso ci voleva proprio..ma non lo dire in giro altrimenti ci cancellano dal tripforum : ))