venerdì 11 febbraio 2011

Nord Argentina: Salta e Quebrada de Humahuaca

Dunque, dove eravamo rimasti..dopo le favolose cascate di Iguazu, abbiamo affrontato due notti in pullman, spezzate da un’intera giornata di vagabondaggio nella città di Corrientes. Incredibile il pullman arriva anche in anticipo quindi ci troviamo di fronte ben 12 ore da passare in una città di cui sappiamo davvero poco, a torto direi. Corrientes è davvero carina, con i suoi molteplici edifici coloniali purtroppo mal tenuti (ho fatto delle foto che manderò all’Unesco, questa città ha davvero un potenziale enorme da restaurare e conservare) e con un gradevole lungo fiume. Dopo aver passato circa 3 ore in una bar con wi fi, aver pranzato in riva al fiume ed aver dormito su di un prato poco distante, ci siamo stancamente avviati verso la stazione. Ah mi ero dimenticato che parte della mattina è stata spesa in un laboratorio di artigianato, intrattenuti da una simpatica guida guaranì. Caldo pazzesco comunque.
Dopo una scomodissima notte in pullman arriviamo a Salta, di buona mattina e raggiungiamo subito a piedi l’ostello siete duendes (che si autodefinisce iperigienico, ed infatti lo è). Salta rappresenta una sosta importante per lavorare alcuni giorni in tranquillità, girare la piacevole e tranquilla città (eccetto per come guidano), mangiare le buonissime empanadas (una sorta di calzoni con dentro carne o formaggio) saltenas e programmare i giorni a venire. Nell’ostello facciamo la conoscenza di diversi argentini e con loro passiamo alcune serata, una delle quali in una bellissima pena (un locale rustico dove si canta e si balla musica del campo) dove si balla il chamamè, una danza famosissima nella regione di Salta, ma praticata anche a Buenos Aires, che rappresenta una metafora del corteggiamento; ovviamente si balla in coppia e deriva dalla tradizione agreste. Alessandra impara i passi mentre io preferisco darmi al vino.
A salta lasciamo la lonely planet sul bancomat e poco dopo non la ritroviamo più..siamo in Argentina e tutto si rivende su ‘Mercado libre’, la versione sud americana di ebay..ma niente paura, affittiamo una macchina e abbandoniamo dopo quattro giorni Salta per visitare la spettacolare Quebrada de Humahuaca, che ha come centro più grande Humahuaca appunto, dove trascorreremo altre quattro notti, visitando gli spettacolari dintorni: il Cerro de Los Siete Colores e Purmamarca, Tilcara con la Garganta del Diablo è il desolato paesino di Miamarà, che però gode di una spettacolare vista sulla tela del pittore, una serie di montagne colorate come se vi fosse stato passato il pennello di un pittore. La stessa Humahuaca è bellissima, così come il paesaggio circostante che ci costringe e frequenti soste per fare foto. Vedere cactus enormi con lo sfondo di montagne colorate è uno spettacolo unico. Il tempo ha retto sempre bene per fortuna e in ogni modo torneremo qui dopo la Bolivia per visitare l’isolato paesino di Iruya e la Quebrada del Cafayate. Il posto in cui abbiamo dormito, Posada el Sol è leggermente più caro degli standard generali, ma ne vale la pena, è un posto pulito e molto bello, sembra quasi un agriturismo. La particolarità di questa zona è che le case sono costruite in mattoni di barro, fango essiccato al sole e sono così caratteristiche da sembrare come uscite da un fumetto. Le case dei più ricchi, così come i vari ostelli sono fatti in simil barro, cioè con mattoni veri che però richiamano quelli tradizionali. L’effetto è comunque molto piacevole. Tra i vari incontri fatti, uno è stato particolarmente interessante: una mattina, appena usciti dal paese per visitare l’area circostante, mi fermo per scattare una foto e, mentre rientro in macchina, sento avvicinarsi dei passi frenetici; è una tipica signora del posto che, scambiandoci per un remis (una specie di taxi), ci chiede un passaggio: chiarito subito l’equivoco decidiamo comunque di caricarla fino al vicino paese di Uquia. Nel tragitto scambiamo quattro chiacchiere con lei e scopriamo che era venuta ad Humahuaca per fare spesa al mercato e pensava che noi venissimo in macchina direttamente dall’Italia. La sua casa è in barro ma a due piani, semplice ed accogliente. La lasciamo li e ripartiamo. Di personaggi strani ne abbiamo visti diversi ed in alcuni ci siamo anche imbattuti, abbiamo assaggiato la carne di lama e ci siamo goduti questo posto spettacolare, che chiunque viene in Argentina dovrebbe visitare.
Ora bisogna affrontare il lungo e duro viaggio verso la Bolivia, caratterizzato dal temutissimo (a causa del tempo chi si perde in piedi in fila con il rischio pioggia) passaggio delle frontiera, situata tra la città argentina di La Quiaca e quella boliviana di Villazon. Tutti quelli che abbiamo incontrato durante il viaggio hanno sbarrato gli occhi alla parola ‘frontiera per la Bolivia’ avvisandoci che il rischio di furto è molto alto e che rispetto all’Argentina, che (va detto) già per molti versi ricorda Napoli, è tutto un altro mondo. Incrociamo le dita!

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