martedì 25 febbraio 2014

Oman….on va date ‘na mossa?

       Panorama su Jebel Shams, le montagne che circondano Nizwa

Non si poteva che tornare a scrivere, dopo due anni (!!), con una battutaccia romana nel titolo..Due anni, un'infinità, ma alla fine l'importante è tornare on the road, prima o poi.



E allora eccoci di nuovo zaino in spalla: partenza Fiumicino ore 11.15. Il viaggio è stato stancante, forse siamo partiti già stanchi noi causa poche ore di sonno ed emergenza pc il giorno prima della partenza. Davanti a noi sull’aereo è seduto un soggetto stile Falcone. Arriviamo a Muscat alle 23 passate convinti che il peggio sia passato “quanti turisti vuoi che debbano fare il visto per l’Oman?”. 

Le ultime parole famose: restiamo in coda mezz’ora. Pagato per il visto di ingesso 10 euro per uno (con i rial cambiato a Fiumicino con un cambio che ci ha fottuto la bellezza di 26 euro) procediamo per il controllo passaporti. Ma non è finita: in aeroporto dobbiamo prendere la sim card e la macchina a noleggio prenotata.

Due operazioni che possono risultare estenuanti se avete a che fare con gli operatori dei desk nelle ore notturne. Penso che questa sia una regola internazionale: i peggiori addetti di call center o customer service fanno il turno di notte. Il tipo di Omantel non ha voglia di lavorare o spiegarci nulla (e questo lo capisco): ad ogni richiesta ci porge il volantino della serie “leggete da soli”. Ma la cosa più bella è il momento di pagare: non ha il resto da darci e quando io, gentilmente, mi offro di andare a cambiare la banconota al bar di fronte, la prima cosa da fare è togliermi la sim dalle mani “se vuoi la sim porta i soldi contati” mi fa. Ovviamente dopo aver cambiato i soldi gli ho strappato la sim dalle mani senza dirgli una parola. E’ rimasto senza parole: peno che se avesse potuto mi avrebbe infilato subito in un burqa nero. 

Altra mezz’ora al desk di Europcar: il tutto con il povero tizio che ci ospita che è venuto a prenderci per guidarci fino a casa. La lentezza dell’operatore è snervante: io gli sbuffo davanti ma lui non si scompone. Ho i piedi gonfi e ho sonno ma lui sembra proprio non avere fretta. Chiediamo il navigatore ma lui non ha proprio voglia di complicarsi la vita “gps not available”. Quando ci portano al parcheggio e scopriamo la macchina la prima cosa che dico ad Ale è “io non ti do il cambio neanche per un secondo”: è una Nissan Pathfinder, praticamente un’astronave! Seguiamo Khalid (il nostro gentilissimo host di Airbnb), che ci ha aspettati fuori l’aeroporto per un’ora) fino a casa sua: una villa a due piani bianca con una torretta impreziosita da vetrate colorate. L’ingresso è di lusso e gli interni ancora di più: tutto decorato in oro e marmo. 

 Interno ed esterno della casa
 Altre case di Muscat e spiaggia vicino casa



La mattina seguente, soprattutto considerando che non abbiamo il navigatore, ci armiamo di cartina e google maps per uscire dalla città: direzione Nizwa. Abbiamo deciso di partire subito e lasciarsi tempo per visitare la capitale alla fine del viaggio. Le indicazioni per raggiungere il nuovo alloggio non sono affatto chiare: ci fermiamo in un benzinaio nei pressi della casa e chiamiamo il padrone di casa. Ismail mi dice che gli ci vorranno una trentina di minuti per venirci a recuperare ma io non ho nessuna intenzione di abbandonare il nostro “porto sicuro”, Maha patrol station. Gli dico subito “Ok, we wait”. Ormai parlo inglese come loro.
Nizwa è una cittadina autentica, molto tradizionalista. A cena nei ristoranti ci sono solo uomini e ti guardano come da noi si farebbe con una donna che entra in pizzeria nuda. 

LE FOTO DI QUANTO VERRA' DESCRITTO DI SEGUITO

 Nizwa



 Salita a Jebel Shams



 Jebel Shams
 Un campo di calcio nel nulla: qui ci sono porte anche su sterrati di pietre

 Bellissime case nel nulla
 Misfat e la sua bella oasi




Bahla Fort

 Nizwa Fort





 Lavori in corso sulle strade di Nizwa, tra qualche anno ci saranno diverse costruzioni


Oggi abbiamo visto visitato Jebel Shams, Bahla con le rovine del forte e Misfat, un paesino in gran parte abbandonato molto suggestivo. Sulla strada di montagna incontriamo caprette e un dromedario. La stanchezza e il fuso orario si fanno sentire: siamo ancora piuttosto scombussolati e, dopo aver visitato il forte di Nizwa ci buttiamo sul letto in coma. Dobbiamo escogitare un modo per abituare il nostro fisico e il nostro organismo al clima, al fuso orario etc. Lezione numero Uno in Oman: i datteri sono lassativi!

Rientrati in stanza scopriamo che Ismail ci ha invitato a cena: gli altri ospiti, una coppia francese, hanno già cenato ma lui non si scompone e li fa mangiare lo stesso! Un’esperienza interessante per comprendere meglio la cultura locale: moglie e figlie ci servono al tavolo (le donne ovviamente non possono condividere il tavolo con noi, ma le cose stanno cambiando. Mentre la moglie infatti non parla una parola di inglese e si limita a preparare la cena, le figlie, pur non sedendosi, sono vicine al tavolo, parlano inglese e hanno da ridire con il padre) e lui ci racconta della sua vita e del suo viaggio in Europa (è rimasto sconvolto che in Francia per ritrovare l’hotel devi conoscere nome della strada e numero civico: ora capisco perché danno indicazioni incomprensibili qui!).

2 commenti:

Unknown ha detto...

bello leggervi di nuovo e sapervi liberi!!! V siete salvati che io lavoro fino alle 20 :) sembra un posto davvero insolito ma la gente in strada non c'è?

Alessandro ha detto...

In realtà era pomeriggio lavorativo e se conti che le donne non escono di casa..in giro non c'è nessuno