Non si poteva che tornare a scrivere, dopo due anni (!!), con una battutaccia romana nel titolo..Due anni, un'infinità, ma alla fine l'importante è tornare on the road, prima o poi.
E allora eccoci di nuovo zaino in spalla: partenza Fiumicino
ore 11.15. Il viaggio è stato stancante, forse siamo partiti già stanchi noi
causa poche ore di sonno ed emergenza pc il giorno prima della partenza.
Davanti a noi sull’aereo è seduto un soggetto stile Falcone. Arriviamo a Muscat
alle 23 passate convinti che il peggio sia passato “quanti turisti vuoi che
debbano fare il visto per l’Oman?”.
Le ultime parole famose: restiamo in coda
mezz’ora. Pagato per il visto di ingesso 10 euro per uno (con i rial cambiato a Fiumicino con
un cambio che ci ha fottuto la bellezza di 26 euro) procediamo per il controllo
passaporti. Ma non è finita: in aeroporto dobbiamo prendere la sim card e la
macchina a noleggio prenotata.
Due operazioni che possono risultare estenuanti
se avete a che fare con gli operatori dei desk nelle ore notturne. Penso che
questa sia una regola internazionale: i peggiori addetti di call center o
customer service fanno il turno di notte. Il tipo di Omantel non ha voglia di
lavorare o spiegarci nulla (e questo lo capisco): ad ogni richiesta ci porge il
volantino della serie “leggete da soli”. Ma la cosa più bella è il momento di
pagare: non ha il resto da darci e quando io, gentilmente, mi offro di andare a
cambiare la banconota al bar di fronte, la prima cosa da fare è togliermi la
sim dalle mani “se vuoi la sim porta i soldi contati” mi fa. Ovviamente dopo
aver cambiato i soldi gli ho strappato la sim dalle mani senza dirgli una
parola. E’ rimasto senza parole: peno che se avesse potuto mi avrebbe infilato
subito in un burqa nero.
Altra mezz’ora al desk di Europcar: il tutto con il
povero tizio che ci ospita che è venuto a prenderci per guidarci fino a casa.
La lentezza dell’operatore è snervante: io gli sbuffo davanti ma lui non si
scompone. Ho i piedi gonfi e ho sonno ma lui sembra proprio non avere fretta.
Chiediamo il navigatore ma lui non ha proprio voglia di complicarsi la vita
“gps not available”. Quando ci portano al parcheggio e scopriamo la macchina la
prima cosa che dico ad Ale è “io non ti do il cambio neanche per un secondo”: è
una Nissan Pathfinder, praticamente un’astronave! Seguiamo Khalid (il nostro gentilissimo
host di Airbnb), che ci ha aspettati fuori l’aeroporto per un’ora) fino a casa
sua: una villa a due piani bianca con una torretta impreziosita da vetrate
colorate. L’ingresso è di lusso e gli interni ancora di più: tutto decorato in
oro e marmo.
Interno ed esterno della casa
Altre case di Muscat e spiaggia vicino casa
La mattina seguente, soprattutto considerando che non
abbiamo il navigatore, ci armiamo di cartina e google maps per uscire dalla
città: direzione Nizwa. Abbiamo deciso di partire subito e lasciarsi tempo per
visitare la capitale alla fine del viaggio. Le indicazioni per raggiungere il
nuovo alloggio non sono affatto chiare: ci fermiamo in un benzinaio nei pressi
della casa e chiamiamo il padrone di casa. Ismail mi dice che gli ci vorranno una
trentina di minuti per venirci a recuperare ma io non ho nessuna intenzione di
abbandonare il nostro “porto sicuro”, Maha patrol station. Gli dico subito “Ok,
we wait”. Ormai parlo inglese come loro.
Nizwa è una cittadina autentica, molto tradizionalista.
A cena nei ristoranti ci sono solo uomini e ti guardano come da noi si farebbe
con una donna che entra in pizzeria nuda.
LE FOTO DI QUANTO VERRA' DESCRITTO DI SEGUITO
Nizwa
Salita a Jebel Shams
Jebel Shams
Un campo di calcio nel nulla: qui ci sono porte anche su sterrati di pietre
Bellissime case nel nulla
Misfat e la sua bella oasi
Bahla Fort
Nizwa Fort
Lavori in corso sulle strade di Nizwa, tra qualche anno ci saranno diverse costruzioni
Oggi abbiamo visto visitato Jebel Shams, Bahla con le
rovine del forte e Misfat, un paesino in gran parte abbandonato molto
suggestivo. Sulla strada di montagna incontriamo caprette e un dromedario. La
stanchezza e il fuso orario si fanno sentire: siamo ancora piuttosto
scombussolati e, dopo aver visitato il forte di Nizwa ci buttiamo sul letto in
coma. Dobbiamo escogitare un modo per abituare il nostro fisico e il nostro
organismo al clima, al fuso orario etc. Lezione numero Uno in Oman: i datteri
sono lassativi!
Rientrati in stanza scopriamo che Ismail ci ha
invitato a cena: gli altri ospiti, una coppia francese, hanno già cenato ma lui
non si scompone e li fa mangiare lo stesso! Un’esperienza interessante per
comprendere meglio la cultura locale: moglie e figlie ci servono al tavolo (le donne ovviamente non possono condividere il tavolo con noi, ma le cose stanno cambiando. Mentre la moglie infatti non parla una parola di inglese e si limita a preparare la cena, le figlie, pur non sedendosi, sono vicine al tavolo, parlano inglese e hanno da ridire con il padre) e
lui ci racconta della sua vita e del suo viaggio in Europa (è rimasto sconvolto
che in Francia per ritrovare l’hotel devi conoscere nome della strada e numero
civico: ora capisco perché danno indicazioni incomprensibili qui!).
2 commenti:
bello leggervi di nuovo e sapervi liberi!!! V siete salvati che io lavoro fino alle 20 :) sembra un posto davvero insolito ma la gente in strada non c'è?
In realtà era pomeriggio lavorativo e se conti che le donne non escono di casa..in giro non c'è nessuno
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