martedì 6 ottobre 2009

FUGA DA BROOME ( Alessandra )







Dopo tre giorni siamo scappati da Broome: doveva essere pieno relax e invece il tentativo è fallito a causa del caldo sfiaccante da togliere le forze ma soprattutto perché queste città turistiche sono il ritrovo perfetto di anglosassoni alcolizzati e scemi.
Sebbene fossimo in un campeggio dal costo medio-alto non sono mancate delle vere e proprie perle: una coppia di australiani sulla quarantina totalmente fuori di testa sempre con una birra in mano e una pronta in frigo, un paio di sudafricane sovrappeso e un trio di irlandesi, di cui uno sdentato.
Ovviamente i soggetti di cui sopra hanno fatto comunella: il giorno in cui siamo arrivati si sono presentati come grandi amici e non hanno fatto altro che bere e scattarsi foto insieme.
A parte il fastidio di vedere questi essere immondi bivaccare come zombie il problema è che la tipa australiana era di un invadente unico e gli irlandesi erano davvero sporchi:l’ unica volta che hanno cucinato hanno lasciato resti ovunque ( tipo gusci d’ uova che tra le altre cose hanno probabilmente fottuto a noi dato che ce ne sono sparite due) e la cucina si è riempita di formiche.
Il secondo giorno hanno cacciato da non so dove ( forse da qualche bidone della spazzatura) un materasso malconcio e sporco e sono stati buttati li sopra per ore a bere, nel mezzo del giardino vicino alla cucina.
Come da copione però la seconda sera hanno discusso, non si sa bene per cosa ( non credo lo sappiano neanche loro dato il livello d’ alcool in corpo). Fatto sta che la mattina seguente gli australiani erano spariti: che popolo ridicolo e prevedibile.
Fortunatamente Broome ci ha offerto i suoi noti tramonti spettacolari ed essendo il compleanno di ale siamo andati anche a cena fuori e ci siamo tolti qualche piccolo sfizio.
In ogni caso siamo stati contenti di andare via e siamo andati subito lontano da quella che chiamano civiltà e che a noi sembra tutto fuorché civile.
Abbiamo visitato la Dampier penisola, accessibile solo in 4x4.
La strada era molto più dissestata dello scorso anno ma con un po’ di attenzione Ale se l’è cavata benissimo.
Siamo tornati in un dei posti più belli d’ Australia ( a nostro parere ovviamente): la spiaggia di Lombadina, presso l’ omonima comunità aborigena.
Una distesa infinita di sabbia bianca, una natura completamente selvaggia: solo noi per km e km.
Il percorso per arrivarci è faticoso: si devono oltrepassare dune di sabbia ardente ma ne vale sicuramente la pena.
La notte abbiamo campeggiato presso Quodong beach, un bushcamping gratuito all’ inizio della penisola stessa: stupendo.
Non c’era assolutamente nessun servizio, neppure i bagni ( ma c’erano molti cespugli): sono delle semplici piazzole distribuite lungo le scogliere dove i più attrezzati possono accendere anche un fuoco.
Noi abbiamo mangiato un rapido panino e ci siamo goduti un tramonto bellissimo.
Abbiamo dormito in macchina perché avevo un po’ paura in quella completa solitudine a montare la tenda: la piazzola più vicina era comunque a qualche centinaio di metri di lontananza.
Le stelle sembravano ad un palmo di mano.
La mattina seguente abbiamo guidato fino a Derby: piccola cittadina che serve d’ accesso alla tanto attesa Gibb River Road: ci aspettano 600 km di sterrato nell’ outback.
Ps. Bollettino di guerra: lascio Broome con un centinaio di punture di zanzara ( non un centinaio per modo di dire: li ho proprio contati), un’ ustione sulla mano dovuta a purè incandescente e una ferita su un dito procurata nel tentativo di aprire una confezione di frutta in scatola black&gold ( mi sa che i barattoli di sottomarca sono più taglienti degli altri)!

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